Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci

Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci

Un altro bellissimo museo da non perdere, quello della scienza e della tecnologia. Richiede impegno visitarlo perché è veramente vasto, quindi ritagliatevi una mezza giornata per dedicare a questo museo l’attenzione ed il tempo che richiede, ne vale la pena. Navi, treni, aeroplani, elicotteri, opere di Leonardo da Vinci, sala del cenacolo, sommergibile Toti, spazio, pianeti, lanciatore Vega, invenzioni, chimica, fisica, metalli, telecomunicazioni, catamarano Luna Rossa, opere varie ….

Casa Museo: Poldi Pezzoli

Casa Museo: Poldi Pezzoli

Poldi Pezzoli è una delle case museo della città di Milano, che può vantare di poter mostrare quelle che erano delle lussuose e magnifiche dimore. Oggi accessibili al pubblico, questi luoghi ospitano grandi collezioni d’arte, le quali ingioiellano ambienti già di per sé opere d’arte.

Una varietà di collezioni d’arte e ambienti

La casa museo, nel XIX secolo, passò in eredità a Gian Giacomo Poldi Pezzoli. Un raffinato collezionista, al quale dobbiamo la natura varia, ricercata e splendida degli ambienti e degli oggetti qui conservati. Il padre era un ricco possidente, mentre la madre era di origini nobili, casa Trivulzio. Il suo retaggio gli aprì le porte dell’alta società, dei salotti letterari e di partecipare attivamente in campo politico. Appena entrati, se vi addentrate nella porta posizionata alla destra della cassa e svoltate in direzione degli armadietti c’è uno schermo dove vengono trasmesse le gesta e la vita grandiosa del proprietario di casa. Iniziò a collezionare armature e armi, che spesso reperì durante i suoi lunghi viaggi all’estero, oggi raggruppate in un’unica sala. Successivamente prese a collezionare anche altro. Una varietà che si dispiega davanti a noi come un ricco ventaglio di prodotti artistici che vanno dalla pittura alla ceramica, dall’oreficeria al mobilio.

Gran parte della collezione si trova al primo piano al quale è possibile accedere affrontando un grandioso scalone antico in perfetto stile barocco. E’ il momento giusto per soddisfare la propria fantasia e immaginarvi in panni regali (ancora meglio quando si finisce il tour e si ridiscende, allora si che si può far finta di essere un\a debuttante che finalmente può mostrarsi al mondo).

Vorrei farvi tornare al mondo reale ma la verità è che l’atmosfera da sogno continua con la fantasmagorica sequenza delle sale, diverse tra loro per stile e utilità. Tra queste la Sala degli Stucchi, la Sala nera (di ispirazione fiamminga), il Salone dorato e lo Studiolo dantesco.

Bombardamenti 1943

Purtroppo molti dei mobili, degli oggetti preziosi e dei soffitti sono andati distrutti a causa dei bombardamenti che colpirono il museo nel 1943, è possibile osservare com’era la casa originariamente da alcune foto in bianco e nero poste il alcune delle sale del museo. La stanza che più rimase intatta e fedele a com’era in origine fu lo studiolo dantesco.

Sala dei Lombardi

Un tempo era la biblioteca di Gian Giacomo, distrutta nel 1943, negli anni ’60 venne convertita in 3 stanzette dove sono esposte delle opere del rinascimento lombardo.

Sala degli Stucchi

Originariamente chiamata Sala Gialla, fu decorata in stile Rococò. Ospitava la collezione di porcellane settecentesche.

Salone Dorato

Purtroppo anche di questa sala non possiamo godere della sua maestosità iniziale, era stata progettata seguendo uno stile rinascimentale con arazzi, dipinti sui cavalletti, affreschi del bertini, il soffitto con cassettoni dorati. Oggi, sono esposte le opere più importanti della collezione.

Sala Nera

Aveva una funzione di salotto, sempre di ispirazione rinascimentale ma del Nord. Fu progettata da Luigi Scrosati, il fulcro di tutto era il grande polittico fiammingo. L’appellativo di “Sala Nera” era dato dai rivestimenti originari in ebano e avorio, però dalla distruzione del ’43 si sono sono salvate le porte con delle ricche decorazioni che rappresentano le quattro stagioni, i mobili e le sedie.

Lo studiolo dantesco

Quest’ultimo penso sia la gemma più preziosa della casa. Fu fortemente voluto da Gian Giacomo che qui vi trasferì tutte le sue qualità estetiche, materializzando le sue ispirazioni. Lo studiolo, infatti, non appartiene a nessuno stile preciso, è anzi un miscuglio personalissimo di temi artistici e poetici. Vi chiederete però, perchè studio “dantesco”? Le vetrate ve lo diranno. Con l’autore della Divina Commedia aveva in comune l’esilio, infatti per la sua lotta a favore dell’indipendenza fu costretto a lasciare casa sua. Dopo le repressioni austriache in seguito ai moti risorgimentali del 1848, venne esiliato. Scappò, prima, a Lugano, poi si mise a viaggiare per l’Europa, nello specifico in Francia e a Firenze.

In conclusione, potete decidere voi cosa amare di più di queste collezioni. Se gli orologi antichi, se la pittura lombarda, fiorentina e veneziana, se gli arredi, se le ceramiche, se tutto. Sicuramente il fascino è ovunque, basta girare continuamente la testa e sopportare la possibilità di un torcicollo.

P.S. : a furia di nominare Giangiacomo sarà sorta in voi una certa curiosità in merito al suo aspetto. Vorrete dare un volto a quello che fu il padrone di questa affascinante dimora. Ebbene, vi basterà guardare il dipinto opera di Francesco Hayez, che lo ritrae in tutta la sua compostezza ed eleganza, appena varcate l’ingresso di fronte a voi!

Orari e prezzi biglietti Casa Museo Poldi Pezzoli

Giorni: aperto tutti i giorni tranne il martedì.

Orari: apre alle 10 e chiude alle 13 per l’ora di pranzo, alle 14 riapre fino alle 18.

Prezzi: 14 euro l’intero, 10 euro il ridotto over 65, 6 euro il ridotto giovani, poi ci sono delle convenzioni. Ad esempio con la tessera FAI abbiamo pagato 10. Vi lascio il link per saperne di più.

In Zona Duomo, a due passi dalla Scala, vi metto il link del sito del museo dove vengono suggeriti i mezzi per raggiungerlo :

Musei: PINACOTECA AMBROSIANA, affascinante

Musei: PINACOTECA AMBROSIANA, affascinante

Ci sono musei che il fatto di averli visti una volta non ti ferma dal rivisitarli con lo stesso entusiasmo un’altra, la Pinacoteca Ambrosiana è uno di quelli. In questi luoghi una sorta di magia investe il visitatore, che inebriato dalla dolce vista delle capacità artistiche di grandi o piccoli maestri, ne desidera gustare nuovamente il frutto.

Questo incantesimo vi colpisce appena entrati, a partire dalla prima sala. Una luce soffusa accoglie lo spettatore, che vedrà le opere con chiarezza sebbene avvolto da un suggestivo mantello d’ombra. Un’esperienza immersiva e coinvolgente, vi troverete a tu per tu con i dipinti e gli artisti.

Il tour si conclude in grande bellezza. Ultima tappa è la maestosa Biblioteca, uno scrigno di legno che accoglie migliaia di libri e di antichi manoscritti, nonché le pagine del Codice Atlantico di Leonardo da Vinci!

Un po’ di storia

La storia della Pinacoteca Ambrosiana ebbe inizio nel 1618, quando il cardinale Federico Borromeo donò la sua collezione di dipinti, statue e disegni alla Biblioteca Ambrosiana, da lui stesso fondata nel 1607. Queste donazioni costituirono il primo nucleo della pinacoteca, destinato ad arricchirsi.

Federico Borromeo

Federico Borromeo fu un uomo di immensa conoscenza. Seppe creare un polo culturale di rilievo con sede l’edificio dell’Ambrosiana, comprendente la pinacoteca, la biblioteca e un’accademia d’arte.

Il gusto innegabile del cardinale è incarnato dalle opere che il museo racchiude, alcune degli artisti tra i più straordinari, come Raffaello, Caravaggio, Leonardo, Tiziano, Bernardino Luini.

Oltre ad artisti italiani, ricordiamo la sezione dedicata agli artisti fiamminghi, con opere dai dettagli minuziosamente sconvolgenti.

I capelli di Lucrezia Borgia

In alcune sale è conservata anche dell’oggettistica, tra cui capolavori di oreficeria. Particolarmente affascinante è la teca che conserva i biondissimi capelli di Lucrezia Borgia, divenuta quasi oggetto di culto per i romantici dell’Ottocento.

Gli orari e le tariffe le trovate QUI. Noi pur essendo andate di sabato non abbiamo trovato fila per entrare. Non so se era anomala come giornata, ma sembra un posto tranquillo. Frequentato, ma che non necessita per forza l’acquisto del biglietto giorni prima online.

A due passi dal Duomo, dietro Cordusio:

Museo: FONDAZIONE PRADA, arte contemporanea

Museo: FONDAZIONE PRADA, arte contemporanea

Fondazione Prada è molto di più di un museo, si tratta di uno spazio espositivo di arte e cultura contemporanea. La struttura è frutto di una riuscitissima produzione architettonica che ha rimesso a nuovo un complesso di edifici già esistenti, originariamente costituivano una vecchia distilleria del 1910. Ad essi furono integrati 3 nuovi elementi architettonici: Podium, Cinema e Torre. Quest’ultima si compone di otto piani di cemento bianco a vista, numerose vetrate e un ascensore panoramico. All’interno della Torre è presente una mostra permanente (Atlas) e un ristorante.

Quali mostre di arte contemporanea ci sono?

Oltre ad Atlas ci sono altri progetti, sul sito della Fondazione li trovate elencati: in corso, permanenti e futuri.

Atlas, una mostra permanente del museo

Atlas occupa sei de piani della Torre e presenta una serie di opere di artisti differenti. Vi consiglio di rivolgervi alle maschere per chiedere qualche nozione sulle installazioni. Una delle mie stanze preferite è quella dei funghi a testa in giù, preceduta da un percorso al buio, l’intento è di ricreare un effetto psichedelico nella percezione mentale del visitatore.

Come arrivarci e altre info utili

Fondazione Prada si trova nelle vicinanze di piazzale Lodi. Proseguendo lungo corso Lodi, dove c’è l’ex Scalo Ferroviario di Porta Romana, imboccate via Brembo e poco più avanti sarete giunti a destinazione. Il posto è ben collegato e raggiungibile con la metro gialla (fermata Lodi Tibb), oppure con il tram 24 o la linea 65 del bus. C’è inoltre un parcheggio, gratuito per i visitatori della mostra, chiedete alla cassa. Per maggiori informazioni su come arrivare a Fondazione Prada e sul costo del biglietto, cliccate qui. Nel weekend consiglio di acquistare i biglietti online per non rischiare di arrivare lì e non trovare posto.

Una merenda al Bar Luce?

Fate un salto al Bar Luce, è situato all’interno del primo edificio rispetto all’entrata. Progettato dal regista Wes Anderson, ricorda moltissimo i suoi film e le atmosfere dei caffè della vecchia Milano.

Domenico Gnoli

A Novembre siamo andati a vedere la mostra su Domenico Gnoli, un pittore, scenografo e illustratore. Interessante come hanno distribuito nello spazio espositivo la produzione dell’artista. Al piano terra i suoi quadri pop e iperrealisti, al primo piano una serie di illustrazioni, bozze e disegni. I soggetti dei suoi dipinti sono poltrone, letti, colletti, ciocche di capelli, dettagli dei vestiti. Emerge subito in primo piano l’elemento materico di cui sono costituiti, ed è impressionate la cura dei dettagli. Rispetto all’iconografia classica viene posto il focus su aspetti di solito trascurati e posti in primo piano, facendoli diventare i protagonisti. Inoltre le figure umane non sono mai illustrate per intero, costringendoci ad immaginare la narrazione che sta dietro la rappresentazione.

Fondazione Prada ci ha davvero molto entusiasmato, un progetto in continua evoluzione, un museo di arte contemporanea e non solo, un’esperienza da vivere.

Museo: CASA DEL MANZONI chi non lo conosce!

Museo: CASA DEL MANZONI chi non lo conosce!

Vicino al Duomo, in pieno centro, trovi la Casa di Alessandro Manzoni, dove lo scrittore visse dal 1814 al 1873. Questa struttura, divisa in tre piani, ospitava ben dodici membri della famiglia Manzoni, la servitù e non mancava il posto per gli amici. Insomma, una residenza estesa, oltre che ben arredata.

Al primo piano, con vista sul giardino interno, troviamo la stanza privata di Manzoni, dove egli poteva ritirarsi per leggere e scrivere e dove ospitava gli amici e gli ospiti più illustri.

Oltre che un viaggio in quelle che sono state le stanze in cui il Manzoni visse, questa casa-museo propone un viaggio nella vita privata e letteraria dell’autore che contribuì a forgiare la lingua italiana. Qui vi sono conservati i manoscritti e le impaginazioni de “I promessi sposi”, ritratti di famiglia e altri cimeli. Un percorso che avvolge e irretisce dallo stupore nello scoprire quali sono stati i fatti, i luoghi e gli oggetti che hanno influenzato e contraddistinto la vita di uno dei più grandi letterati italiani.